Tanti sono stati i sindaci dei Comuni di tutta Italia che ieri hanno aderito alla manifestazione promossa dall’Anci per protestare contro i tagli agli enti locali previsti nella manovra finanziaria. Una maxi adesione che ha raggiunto circa l’85 per cento secondo il vicepresidente dell’AnciI primi cittadini hanno riconsegnato ai prefetti le proprie deleghe alle funzioni di anagrafe e organizzato tutta una serie di iniziative collaterali di sensibilizzazione. Da Torino a Roma, da Genova a Potenza, da Cagliari a Venezia, da Palermo a Bologna. Molte adesione alla rivolta anche di sindaci e governatori del centrodestra.
“L’autonomia dei Comuni è stata sostanzialmente cancellata da norme che indicano anche l’ora di convocazione dei consigli e delle giunte. I piccoli Comuni sono stati mortificati e ridotti a enti virtuali. I tagli ed il patto di stabilità bloccano di fatto ogni possibilità di migliorare le città e i municipi, strangolano le imprese e obbligano a scegliere fra aumento della pressione fiscale e riduzione dei servizi” è quanto si legge nel comunicato che presenta l’iniziativa.
All’iniziativa non hanno invece partecipato i legaioli. Dopo il niet del Grande Canottiero che aveva liquidato le proteste all’ interno della Lega come: "gente che ha tempo da perdere" e a ruota il diktat del Cerchio Magico capitanato dal Trota (leggi Lady B, imperatrice della Padania) con tanto di minaccia di espulsione, i sindaci leghisti si sono “cagati addosso” e non sono scesi in piazza per protestare.
Proprio loro i legaioli che avevano promesso la rivoluzione federalista, avevano assicurato che i comuni del nord non sarebbero mai più andati "con il cappello in mano chiedere l'elemosina a Roma", che le tasse non sarebbero aumentate e pagate direttamente agli enti locali i quali, in un secondo momento, avrebbero girato la loro parte di contribuzione al governo centrale.
Bene dopo tre anni di “rivoluzione federalista” il sistema delle autonomie è letteralmente strangolato da un centralismo senza precedenti, i territori sono abbandonati a se stessi, i comuni
in ginocchio non sono più in grado di garantire i servizi essenziali e usati come gabellieri per nuove tasse.
Ma tutto questo al Grande Canottiere e al Cerchio Magico legaiolo non gliene può fregare di meno. Quello che conta, impegna e unisce i popoli della Padania è la “gagata pazzesca” del rito dell’ampolla. Infatti anche oggi il Grande Canottiere annuncerà, è la 12a volta, con l’ampolla in mano:"Abbiamo il federalismo è arrivato proprio adesso".
Come sempre le moltitudini (si fa per dire) padane presenti, in preda ad un entusiasmo sfrenato, applausi a non finire e grandi cori “Ollellè ollallà faccelo vedè faccelo toccà”.
Un vero e proprio rituale della balordaggine, sempre più a metà strada fra Halloween e la festa degli imbecilli viventi. GPS









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