Era metà giugno del 2008, i legaioli con un bicchier di vin facevan festa, poi dopo aver brindato, con immensa gioia nel cuor, urlavan in un grand cor di evviva il "no della celtica e verde Irlanda all'Europa".
Allora l'Irlanda aveva scelto di non ratificare il Trattato di Lisbona per la riforma UE. Come sapete, per i legaioli era una questione di vita o di morte, una questione d’identità e di radici: "Un grazie al popolo irlandese per il suo voto”, “perché le nostre radici sono celtiche, in Irlanda e in Scozia, sicuramente non a Roma o in Grecia”.
Il Calderoni sentenziava:”tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa”. Il Boss celodurista a fargli eco: "Avete visto quello che è successo? Ormai il verde dilaga”, "Noi leghisti non voteremo mai il Trattato di Lisbona”.
E’ passato appena un mesetto e a luglio 2008 l'Italia ratifica il Trattato di Lisbona, approvato all'unanimità, legaioli incorporati.
Ironia della sorte, trascorso poco più di un anno “stì terun de nord”, della celtica e verde Irlanda, “an rumpit i bale”, con il 67,1% di voti favorevoli stavolta hanno detto SI e ci hanno “rumpit” le radici.
Intanto che in legaioli in Italia votano si, "gli eurodeputati della Lega Nord, assieme ai colleghi del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale irlandese facendo recapitare ad ogni elettore irlandese una brochure a colori di sette pagine per dirgli di votare "no" referendum” (fonte blog Daniele Sensi).
Fin che la barca va, il carrozzone della Lega va. Lega che sa tanto parlare alle casalinghe di Voghera, ai “Terun Vasa Vasa, al “Medellin Cartel” , sempre più avvezza alla stagione dei “Magna Magna”, adesso anche il parla con me “Terun de nord”. Ed è proprio il caso di ripeterlo: Avete visto quello che è successo? Ormai i Saltimbanchi, maestri in capriole, dilagano in Padania” GPS
Allora l'Irlanda aveva scelto di non ratificare il Trattato di Lisbona per la riforma UE. Come sapete, per i legaioli era una questione di vita o di morte, una questione d’identità e di radici: "Un grazie al popolo irlandese per il suo voto”, “perché le nostre radici sono celtiche, in Irlanda e in Scozia, sicuramente non a Roma o in Grecia”.
Il Calderoni sentenziava:”tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa”. Il Boss celodurista a fargli eco: "Avete visto quello che è successo? Ormai il verde dilaga”, "Noi leghisti non voteremo mai il Trattato di Lisbona”.
E’ passato appena un mesetto e a luglio 2008 l'Italia ratifica il Trattato di Lisbona, approvato all'unanimità, legaioli incorporati.
Ironia della sorte, trascorso poco più di un anno “stì terun de nord”, della celtica e verde Irlanda, “an rumpit i bale”, con il 67,1% di voti favorevoli stavolta hanno detto SI e ci hanno “rumpit” le radici.
Intanto che in legaioli in Italia votano si, "gli eurodeputati della Lega Nord, assieme ai colleghi del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, hanno partecipato attivamente alla campagna elettorale irlandese facendo recapitare ad ogni elettore irlandese una brochure a colori di sette pagine per dirgli di votare "no" referendum” (fonte blog Daniele Sensi).
Fin che la barca va, il carrozzone della Lega va. Lega che sa tanto parlare alle casalinghe di Voghera, ai “Terun Vasa Vasa, al “Medellin Cartel” , sempre più avvezza alla stagione dei “Magna Magna”, adesso anche il parla con me “Terun de nord”. Ed è proprio il caso di ripeterlo: Avete visto quello che è successo? Ormai i Saltimbanchi, maestri in capriole, dilagano in Padania” GPS
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